“Ho tracciato un sentiero che mi ha ricondotto alla natura non come spettatore ma come partecipante a pieno titolo.”
Wendell Berry in Mangiare è un atto agricolo
All’inizio non è stato semplice. Luca lavorava come grafico in una tipografia e Barbara oltre al lavoro doveva accudire tre bambini piccoli. Il tempo sembrava non bastare mai.
“Nel 2014 avevamo già piantato 2 ettari di vigneto e gli dedicavamo tutti i fine settimana e ogni ora del nostro tempo libero. Ma anche così non bastava, perché piantare e curare un vigneto è una scelta di vita, è un matrimonio con la terra.
Dopo anni di lavoro davanti un computer, Luca decise che era importante fare qualcosa con le mani, qualcosa di reale, qualcosa di artigianale che non fosse solo muovere un mouse.
Così nel 2016 Luca si licenziò dalla tipografia per dedicare al vigneto tutto il tempo e le energie necessari. Avevamo appena iniziato a progettare la cantina quando il terremoto del 2016 congelò il tempo e i nostri progetti. Ma tornare indietro era fuori discussione: non rimaneva che rimboccarsi le maniche.
Decidemmo che una struttura in acciaio sarebbe stata abbastanza flessibile e sicura per costruire la nostra cantina.
La cantina è opera di mio padre Stefano, fabbro di professione come mio nonno. All’inizio Stefano era molto titubante, non si sentiva all’altezza. Ma quando Luca gli ha detto “Un giorno i tuoi nipoti diranno orgogliosamente ‘Questa cantina l’ha costruita mio nonno’” i suoi dubbi sono svaniti e ha accettato la sfida.
Crediamo che la vita vera sia nella natura e nel rispetto del prossimo.
I vigneti sono intorno alla casa dove abitiamo perciò cerchiamo di inquinare meno possibile, la nostra traccia sulla terra deve essere in armonia con essa, quasi impercettibile.
Il ritorno alla vita di campagna sebbene più dura, ti rimette in connessione con i valori veri e la concretezza della vita.
L'animo umano è sempre più materialista e schiacciato sulla produzione e sul consumo; stiamo diventando aridi. È sempre più difficile cercare di educare i figli al rispetto del proprio sé e della Natura circostante, è difficile trovare buoni esempi.
La scelta del biologico molto tempo fa e della biodinamica oggi è una necessità: per lavorare insieme ad una natura vivente, per sentirsi parte di qualcosa di più grande che "ci contiene e ci sostiene”, per cercare di ridare alle generazioni future un mondo migliore, più fertile, e più umano.
L'emanciparsi dai cicli delle stagioni e della natura non ci fa vedere il pericolo e lo smarrimento dell'uomo moderno dentro tunnel di silicio che alla fine della giostra non sono reali, è una grande illusione, una mano di vernice su un mondo che ci chiama e che ha bisogno del nostro aiuto o per lo meno ha bisogno che il nostro passaggio gli sia lieve.
Casa Lucciola è il nostro sogno di costruire un oasi di pace in mezzo al caos del mondo moderno.
La dimostrazione che si può vivere con semplicità e avere una vita profondamente piena, produrre cibo e vino nel rispetto del luogo e delle persone che lo abitano.
Barbara